Rimproveri: come e cosa dire!

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Non importa quanto sia frustrante il comportamento del bambino, se stai per dire qualcosa come “Sei proprio un buono a nulla! Non riesci a tenere la tua camera in ordine” o “Cosa c’è di sbagliato in te? Ma da chi hai preso, di certo non da me! oppure Sei come tuo padre!” o ancora “Non farai mai nulla di buono continuando così! Che caratteraccio! Nessuno vorrà stare con te”….fermati subito!

Le urla, gli insulti, i rimproveri violenti, i paragoni fatti a scopo disciplinare provocano nei bambini l’insorgenza di sensi di colpa, bassa autostima, sfiducia e aggressività.

Le parole restano nel corso del tempo, riemergendo si consolidano sempre di più in emozioni negative rivolte a se stesso. 

“Se mamma mi dice che sono un buono a nulla o un monello sarà così e quindi mi comporto così” 

“Sono davvero così monello che nessuno vuole stare con me?”

“Ma se ho preso da Papà, allora papà non vale niente come me?” 

Queste e altre domande si insinuano nella mente del bambino. Si domanda da solo e si risponde come può, in base alla sua età e ai messaggi che ogni giorno riceve da parte dei genitori.

Fermo restando che il ruolo dei genitori è quello di educare e di correggere qualsiasi comportamento scorretto dei figli, è necessario che tali rimproveri vengano fatti senza abusi verbali e con approcci differenti, mantenendo quella che è una prerogativa, ovvero la coerenza dell’educazione e la coesione fra mamma e papà nell’educazione. 

È sempre utile ricorrere al dialogo ed alle spiegazioni piuttosto che alle minacce ed alle dannose punizioni. Motivare un rimprovero dicendo per esempio “solo quando sistemerai la tua stanza/ o metterai a posto i giocattoli/ o avrai finito i compiti, potrai uscire in bici, o guardare i cartoni animati ecc.”

Cosa fare se l’avete rimproverato urlando ed utilizzando un linguaggio non appropriato?

Può capitare di perdere il controllo, di urlare ed utilizzare un linguaggio non appropriato. 

Ma se capita bisogna anche gestire la situazione, perché i genitori sono il modello di apprendimento di esperienze, ruoli, comportamenti e di gestione delle emozioni, più influente di un bambino. È a partire dai genitori che il bambino interiorizza il cosa fare e come farlo nelle diverse circostanze e nei diversi contesti.

Se mamma o papà mi urlano per dirmi qualcosa sarà il modo giusto per rivolgermi ad un compagno o alle maestre o anche a loro stessi. Il bambino, come detto più volte, riconosce nel genitore quelle caratteristiche di fiducia, lealtà , correttezza e responsabilità. Se mamma e papà sono arroganti o prepotenti lo posso essere anch’io con gli altri, perché si fa’ così evidentemente! Sono questi i pensieri che un figlio fa rispetto al comportamento da assumere! Ricordate che i bambini sono spugne e già in tenera età riproducono atteggiamenti e relazioni così come hanno imparato.  

“Urlare, significa impostare un pessimo esempio di come il bambino deve gestire le sue emozioni”

Se non sei in grado di controllare te stessa, come ti puoi aspettare che il tuo bambino possa esercitare l’autocontrollo?

Quindi è molto importante, se dovesse capitare di esplodere – quindi dire qualcosa di scorretto, urlare o dare un bel ceffone -andare dal bambino e spiegare cosa è appena successo!

Mi hai fatto proprio arrabbiare!!! Sai, anche mamma o papà si arrabbiano come te quando per esempio qualcuno a scuola ti fa un dispetto o ti infastidisce! Ti ricordi quando ti arrabbi? Succede anche agli adulti e la rabbia ci fa spesso esagerare. Ti chiedo scusa perchè non è questo il modo corretto per interagire con una persona

Potrebbe esserti di aiuto il mio articolo “Come insegnare al bambino a comportarsi bene”.

 

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