Ti è mai capitato di trovare i pennarelli con la punta distrutta?
Una cosa spesso incomprensibile che fa anche un po’ arrabbiare noi mamme perché quei pennarelli magari li hai anche appena ricomprati per l’ennesima volta!
Tra le prime cose che vengono date ad un bambino per scarabocchiare ci sono i pastelli a cera e le matite. Però il loro tratto non è bello marcato, evidente…il bambino si stufa, perde la pazienza e lo abbandona. Così vai in cartoleria, compri i pennarelli ed il fatto che siano “lavabili” ti induce a pensare che siano adatti a qualsiasi età.
Abbiamo offerto al bambino uno strumento sicuramente utile per imbrattare divani, muri , tavoli, ma meno per affinare le competenze manuali.
Proviamo a capirne di più insieme.
Che ci credi o no, la matita è oggetto vivo, ed il suo tratto, il segno che lascia, rappresenta la continuazione della vita stessa. Nasce dal legno, e la sua anima è un fossile millenario.
Così come esiste una sostanziale differenza tra una matita e un pennarello, esiste una ulteriore, importante differenza nel loro uso.
La matita necessita di cura e concentrazione per poter tracciare il proprio segno sul foglio.
se il bambino non tiene bene la matita, non si concentra su quello che fa, questa non scrive, non traccia un segno netto.
La diversa impugnatura, la maggiore o minore pressione sulla carta, permette di ottenere differenti risultati. Ecco dunque che il bambino diviene, attraverso questo apprendimento e tramite la propria volontà, autore dell’effetto desiderato, e la sua stessa autonomia ne gioverà.
Col pennarello, tutto è differente, poiché come strumento, esso è limitato, unico, immutabile. Dal punto di vista educativo non insegna la concentrazione, l’impegno, la calma o la gestione necessaria per la scrittura.
il pennarello non frena l’eccessiva pressione, non fa riflettere su quello che si fa, lo sii può usare anche ad occhi chiusi, quasi senza pensarci.
Ogni cosa che offriamo ha una diretta conseguenza, anche se non immediata.
Quindi se vedi che la punta dei pennarelli è rovinata, fai un passo indietro, ridagli le matite o i pastelli a cera. Quando vedrai che c’è un “buon tratto” allora il bambino sarà pronto per un uso “consapevole” del pennarello.