Come aiuto il mio bimbo a parlare?

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Cari genitori,

in questa rubrica che da oggi prende vita affronteremo argomenti relativi alla sfera comunicativo-linguistica e facio-oro-deglutitoria.

Il linguaggio verbale

Il linguaggio verbale, le parole dette e capite, scaturisce dallo sviluppo comunicativo (sguardo, gesti di richiesta e/o indicazione, il turno di gioco, lo scambio degli oggetti, esclamazioni, ecc.) che precede e determina la nascita del linguaggio verbale-delle parole. Noi parliamo attraverso la nostra crescita personale e cresciamo attraverso l’utilizzo delle parole, Cresciamo Parlando, insomma!

Allo stesso tempo anche lo sviluppo delle capacità di deglutizione e masticazione è intimamente collegato alla nascita delle parole.

Oggi parleremo di come favorire ed aiutare lo sviluppo del linguaggio.

Come dicevamo, le “parole”, i suoni delle parole, le frasi e tutte le componenti del linguaggio verbale, giungono attraverso lo sviluppo di una comunicazione interattiva, di uno scambio chiaro ed aperto tra genitore e figlio. Pertanto la chiave per aiutare il vostro o la vostra bambina sarà “riconoscerlo” come comunicatore/comunicatrice e cioè vedere in lui/lei la possibilità che ci stia trasmettendo qualcosa. Ciò spinge verso la comunicazione e allo sviluppo di essa.

Consigli pratici per lo sviluppo del linguaggio

Ma vediamo dei consigli pratici:

Rispettare l’età del vostro bimbo

Non trattatelo da bimbo troppo piccolo rispetto alla sua età (es. bimbi di 4 anni che assumono cibi omogeneizzati o fanno utilizzo del “ciuccio”) o non chiedete comportamenti di bimbi più grandi (bimbi di 3 anni a cui viene chiesto di svolgere dei compiti di preparazione alla scuola primaria) o, ancor peggio far coesistere entrambi gli atteggiamenti.

Svezzarlo nelle epoche suggerite

Tra i 4- 6 mesi i cibi omogeneizzati, fra i 10-12 mesi fornire le prime consistenze da masticare (rivolgetevi al vostro Pediatra per seguire le indicazioni specifiche anche nel rispetto del sistema digerente del piccolo).

Date ma soprattutto mantenete regole semplici, chiare e condivise da entrambi i genitori

Lo sviluppo sano e funzionale di un bambino è dato ed è garantito dal suo orientamento alla realtà e dall’orientamento nel mondo che lo circonda. Per essere orientati nella vita abbiamo bisogno di regole semplici e chiare che non entrino in contraddizione perché ci farebbero ottenere l’effetto opposto. Allo stesso tempo il mondo di un bimbo è rappresentato dai genitori, sono loro che danno le regole e che le devono dare.

Probabilmente vi starete chiedendo cosa c’entri questo con “le parole”.

L’orientamento nella realtà che ci circonda avviene attraverso le comunicazioni che forniamo, comunicazioni che passano anche attraverso le parole, apprendere la realtà significa apprendere il linguaggio nelle sue diverse sfaccettature, che ne possiede moltissime al suo interno (come mettere in sequenza i suoni del linguaggio, i rapporti esistenti tra le parole – di genere e numero – e fra le frasi, ecc.). Ne deriva che senza la presenza di regole semplici, chiare e condivise il linguaggio possa essere appreso in maniera disfunzionale.

La condivisione deve essere con sé stessi (mantenere le regole) e con l’altro genitore: senza la regolazione e la “regolamentazione” di entrambi i genitori il bimbo ne risulta disorientato.

Non abbiate paura di dare dei no

Proprio per quanto espresso sopra, i “no” servono per orientare i bimbi alla realtà ed al mondo che li circonda. I “no” fanno crescere e danno al bambino la possibilità di superare lo scoglio evolutivo. 

Create delle routine

All’interno delle routine di vita quotidiana sono presenti delle regole implicite ed esplicite che, come dicevamo, orientano al mondo che ci circonda. Per queste ragioni sono anche presenti delle parole ripetute, riferite sempre alle stesse azioni, persone, oggetti e qualità, ciò favorisce l’apprendimento del loro significato e della loro produzione. Creare routine genera inoltre contesti di interscambio attivo e “sicuro” dove l’introduzione di una “novità” farà focalizzare l’attenzione del piccolo su essa, in questo modo  l’apprendimento di parole e significati ne sarà favorito.

Evitate utilizzo di tablet e smartphone

Il loro utilizzo “solitario” e prolungato inibisce lo sviluppo comunicativo. Questi strumenti dovrebbero giungere ai piccoli solo attraverso la mediazione dell’adulto ed utilizzati solo come mezzo di gioco ed interazione (un po’ come si utilizza una palla o delle carte).

A tavola tutti insieme, senza TV e/o tablet

Ameno uno dei 3 pasti principali deve avvenire con tutti i membri della famiglia.

Non concentratevi sull’errore ma sull’intenzione della comunicazione e rinforzatela

Ad esempio se un bimbo vi chiede un biscotto (con “ammi otto”) e voi avete compreso la richiesta, nonostante non sia stata pronunciata “bene”, potrete dire “sì, ho capito, vuoi il biscotto”. Il vostro bimbo sarà riconosciuto nel suo ruolo di comunicatore ed avrà avuto la possibilità di apprendere come le parole vengono dette.

Evitate gli interrogatori e le ripetizioni non comunicative

Ad esempio “cos’è questo?” per moltissime volte o far ripetere sino a che “non ha detto bene”. La ripetizione deve essere richiesta solo se veramente non si è inteso.

Non fate da interpreti

Se la comunicazione verbale non avviene con voi e al primo tentativo questa fallisce lasciate che il bimbo possa riprovare e sperimentare il linguaggio e, solo se esplicitamente richiesto o se lo vedete in seria difficoltà, intervenite.

Giocate con i bimbi

Attraverso giochi “semplici”, meglio se “fisici” e manipolativi (es. pongo, pasta di sale, colori a dito, ecc.), rispettando la sua età di gioco.

Mettetevi all’altezza (fisica) dei vostri bimbi quando dialogate con loro

Leggete insieme delle storie prima di andare a letto

Evitate utilizzo prolungato di biberon, “ciuccio”, suzione del pollice e bottigliette sport

Più in generale vizi orali.

Ma soprattutto giocate e sperimentate con i vostri bimbi divertendovi con loro: essere genitori è difficile ma possiamo renderlo anche divertente.

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