Indice
- Il capriccio è un argomento molto dibattuto. Ma esiste poi davvero il capriccio?
- Cosa bisogna comprendere?
- La prevenzione della crisi
- Cosa puoi fare se invece la crisi si verifica?
- Cosa non devi mai dimenticare
Il capriccio è un argomento molto dibattuto. Ma esiste poi davvero il capriccio?
Quante volte ci è capitato di assistere a scene di bambini piangenti, urlanti e saltellanti come se il mondo avesse fatto loro la più grossa delle crudeltà?
Iniziamo dicendo che è un comportamento fisiologico che si manifesta sopratutto nei bambini al di sotto dei tre anni. I bambini in questa fase vivono un turbinio di emozioni che faticano a gestire o comprendere. Il capriccio può essere però senza dubbio definito, fra i comportamenti fisiologici, una vera e propria crisi di rabbia.
Risulta essere più intenso quanto più si è vicini al diciottesimo mese di vita, per pian piano perdere di intensità verso i tre anni e mezzo.
In quei momenti, nei quali ci è richiesta una maggiore attenzione e un buon controllo emotivo, ammetto essere difficile non perdere la pazienza. Personalmente mi accade di inciampare, di aggrovigliarmi su quelle stesse teorie che da educatore consiglio ai genitori, ma che da mamma fatico talvolta a mettere in pratica.
Cosa bisogna comprendere?
Durante una crisi di rabbia il bambino si disgrega, fatica a tenere assieme le parti di sé. Il dolore che prova è reale, non avendo la capacità di gestire da solo questo stato emotivo.
Ricorda: Il bambino, in età prescolare, non avendo ancora sviluppato altre capacità cognitive, sociali, relazionali, tende a manifestare le proprie espressioni di rabbia a livelli molto primordiali.
Ciò accade soprattutto in famiglia, perché è l’ambiente che percepisce fiducioso alle relazioni. Crescendo, e con l’acquisizione di competenze anche linguistiche, il bambino inizierà a spiegare ciò che sente e prova, e sarà più semplice per lui dare un senso alle cose che gli accadono attorno.
La prevenzione della crisi
È importante sapere che nella gestione di queste crisi è buona regola il prevenirle.
Osservare il proprio bambino, cercare di individuare quali sono le circostanze che possano scatenare certe situazioni; questo vi aiuterà certamente a farne fronte.
Molto spesso le crisi avvengono quando un bambino è stanco o stressato, quando è stato esposto a troppi stimoli o quando ancora smettere di giocare per fare altro, come ad esempio un bagnetto, diviene una distrazione incomprensibile.
A volte ridimensionando l’ambiente o gli stimoli, accordando le necessità fisiche come il sonno o la quiete, permetterà un controllo efficace alle emozioni, dal bambino altrimenti ingovernabili.
Qualsiasi sia il suo disagio devi sempre chiederti:
Cosa puoi fare se invece la crisi si verifica?
Possiamo trovare un modo per rendere una particolare situazione, o un evento quotidiano, più accettabile per il bambino e per noi, o dobbiamo far in modo che il bambino si adatti alle cose?
Se noi come adulti non siamo in grado di concentrarci su noi stessi, come possiamo pensare che lo faccia un bambino?
Il rispecchiamento emotivo
Quando ormai la crisi è innescata, è utile supportare il bambino attraverso il rispecchiamento emotivo: “So che vorresti continuare a giocare, ma adesso è ora di andare a magiare” è una frase accogliente che comprende la necessità di essere capiti e l’esigenza del dover comunque fare.
Se rispondiamo al comportamento cercando per prima cosa di entrare in sintonia con nostro figlio, dimostrandogli comprensione ed empatia, il bambino si sentirà aiutato, inizierà ad abbassare le difese e sarà maggiormente in grado di collaborare. È importante ricordare che un bambino in piena crisi di rabbia, difficilmente vi ascolterà finché non si sarà calmato grazie al nostro aiuto e alla nostra capacità di metterci sulla stessa lunghezza d’onda delle sue emozioni.
Cosa non dobbiamo mai dimenticare
Ricordati, come abbiamo detto all’inizio:
- Il capriccio è un processo fisiologico che non durerà per sempre.
- Come lo affronterà, e cosa riuscirá ad apprendere, dipenderà molto da noi adulti.
- Si può imparare ad affrontare i capricci, gli estri o i ghiribizzi, attraverso la qualità che appartiene a ogni mamma e a ogni papà: la signora PAZIENZA.