La solitudine dei bambini

803

Bambini soli che si rifugiano nei social

I social non possono essere considerati una palestra di vita, ovvero un luogo sicuro in cui si impara a relazionarsi fin da piccoli, perché la struttura stessa dei social media non consente al bambino di comprendere esattamente in che tipo di ambiente si sta muovendo”, per poi porsi l’interrogativo: “È davvero necessario che un bambino di 8 anni passi per questa esposizione, che nasconde molti pericoli, per poter crescere?”.

E’ ormai indiscutibile che i bambini e gli adolescenti vivano gran parte della loro vita su queste piattaforme – talvolta arrivando a considerare la vita reale e quella virtuale un tutt’uno indivisibile – è altrettanto vero che molti dei loro comportamenti non vengono realmente compresi dagli adulti. L’assunto ‘mio figlio è troppo dipendente dai social’ non è sufficiente per affrontare la questione e le problematiche ad essa connesse.  Ma cosa spinge un bambino a stare sui social? E cosa spinge un genitore a ritenere che non si possa proibire al figlio di esserci?

La solitudine dei bambini, una vera epidemia

È assodato che i cosiddetti ‘nativi digitali’ siano esposti alla tecnologia fin dalla nascita. Per questo forse viene naturale pensare che sia giusto farli approcciare il prima possibile alle tecnologie, pena il rischio di restare indietro, di non stare al passo coi tempi e con i coetanei. 

La solitudine viene favorita dal fatto che di questi tempi non sembrano più esistere momenti dedicati agli abbracci, ai baci e alla conversazione tranquilla. Al contrario, vi è solo tempo per lavorare: gente stremata e bronci. Genitori che arrivano tardi e sempre stanchi ed alterati. Oggi giorno capita sempre più spesso che i bambini vivano uno stato di solitudine devastante pur trascorrendo giornate dense di attività sociali, dalla scuola ai tanti impegni pomeridiani in cui si incontrano con tante persone. Ma vivono estremamente soli da un punto di vista emotivo.

Nel mio lavoro  a studio, sento dirmi: “Mio figlio non mi racconta mai niente!”; il mio compito di psicoterapeuta è quello di dare senso a ciò che mi viene raccontato e trovare delle strategie per risolvere i problemi.

Chi di noi racconterebbe qualcosa di sè, anche la più banale, ad un interlocutore che non ti guarda negli occhi e per di più, la maggior parte delle volte, mentre siete insieme  ti trascina perchè è tardi e ancora non si è arrivati a scuola o da qualsiasi altra parte?

Come intervenire nella solitudine dei bambini

Si può decidere di destinare parte del tempo ai figli con dei piccoli ma efficaci accorgimenti quali per esempio spegnere il cellulare in loro presenza e dedicando del tempo, seppur breve al gioco, attività assolutamente importante per i bambini sia dal punto di vista cognitivo che da quello relazionale.

Giocare con i propri figli favorisce e rafforza la relazione restituendogli protezione, amore e fiducia in sé stessi.

Datevi il buongiorno e la buonanotte ogni giorno, preparate insieme lo zaino o la cena, parlate quando siete seduti a tavola – e perchè no, siate voi i primi a raccontare la vostra giornata – passate del tempo di qualità insieme!

Condividere del tempo con mamma, con papà e tutti insieme

L’infanzia è un tempo prezioso che passa e non torna più: aiutiamo i bambini a non sentirsi soli dedicando loro il nostro tempo.

Il nostro amore e le nostre attenzioni valgono più di mille parole!

Potrebbe interessarti il nostro articolo sul parental control, un valido aiuto nella riduzione dei social risk a cui sono esposti i nostri figli quando navigano in rete.

Rispondi