Lo sciopero del poppante

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Questo articolo si potrebbe anche intitolare “cose strane nella vita di una mamma che allatta” perché effettivamente, ciò di cui andremo a parlare è un argomento particolare e, soprattutto, è un argomento poco noto.

Non so voi ma io, quando ero incinta della mia prima figlia, avevo in mente dei bei paletti che, una volta nata la pupa, sono però crollati in maniera abbastanza veloce.

“Allatterò SE avrò latte” ma soprattutto – e quanto rido ora all’alba dei miei quasi otto anni no stop di allattamento spalmati su tre figli – “Allatterò fino a 6 mesi”.

Perché, ancora oggi, nell’immaginario collettivo di molte mamme l’allattamento è riservato ad i bimbi di pochi mesi.

Ed è proprio questa credenza che fa scambiare quello che comunemente viene chiamato sciopero del poppante con un allontanamento naturale dal seno.

Ma che cos’è questo sciopero?

E perché accade?

Lo sciopero del poppante è il rifiuto del seno da parte del bambino e di solito accade dopo mesi di allattamento felice.

Improvvisamente il bambino non vuole attaccarsi al seno,lo respinge con forza nonostante sia irrequieto ed appare chiaro che gli manca la sua fonte di coccole e nutrimento.

Sembra quasi che voglia ma non possa poppare come faceva beatamente fino al giorno prima.

Ecco, se il bambino ha già qualche mesetto e magari ha già iniziato l’introduzione dei cibi solidi la mamma (e ancor di più chi sta attorno alla mamma) tenderanno a pensare che per il bambino sia arrivato il momento di autosvezzarsi dal seno (cosa che comunque difficilmente accade prima dei due/tre anni di età).

Invece se vi trovate in una situazione simile è possibile che il vostro bimbo stia scioperando!

Ma perché accade una cosa del genere?

Le risposte possono essere molteplici e anche talvolta banali.

  • Per prima cosa controlliamo la bocca del bambino: ci sono afte, piccole ferite o infezioni, sta mettendo i dentini?Il piccolo ha il naso chiuso?
  • La mamma ha forse cambiato profumo, deodorante, crema corpo, bagnoschiuma, detersivo per il bucato (…)? A volte un odore troppo forte o che comunque risulta sgradevole al bambino può portare ad un rifiuto categorico di attaccarsi al seno.
  • Avete introdotto ciuccio o biberon?Anche se si raccomanda di non introdurli prima dei 40 gg di vita del bambino, il loro uso può comunque interferire in qualsiasi momento con l’allatamento.
  • Il bambino si sta approcciando al cibo solido?Può capitare che un introduzione precoce o troppo veloce dei cibi o ancora la limitazione delle poppate o la sostituzione di alcune di queste col pasto, possa portare ad una “protesta” da parte del bambino che, abituato ad un allattamento a richiesta, manifesta così la sua contrarietà alla situazione.
  • Avete reagito in modo brusco (voi o chi vi stava intorno) per esempio ad un morso al capezzolo dato dal vostro bambino? Il bambino ha subito qualche pratica medica dolorosa mentre era al seno? A volte capita che un evento “traumatico” avvenuto mentre il bambino è al seno della mamma possa portare a non voler rivivere l’esperienza e quindi a non attaccarsi più.
  • Controllate il vostro seno: è morbido o duro? A volte un dotto ostruito, un piccolo ingorgo rendono difficoltosa la fuoriuscita del latte e questo crea fastidio nel bambino che tenderà a non volersi attaccare.

Questi sono solo alcuni esempi delle motivazioni che possono aver portato un bambino a rifiutare il seno della mamma.

La mamma può sentirsi frustrata, triste, sentirsi lei stessa “rifiutata”.

Ma nulla è perduto e a tutto c’è rimedio.

Il bambino non ci sta rifiutando ma ci sta comunicando, a suo modo, un disagio.

La cosa importante è appunto sapere che accade e sapere che può non essere un allontanamento fisiologico (che comunque non avviene mai da un giorno all’altro ma è un processo molto graduale che dura settimane, anche mesi).

Cosa fare dunque?

La cosa fondamentale è continuare a nutrire il bambino e a drenare il seno.

Quindi la situazione ideale è spremere il latte e proporlo magari col bicchiere.

E poi armarsi di pazienza.

Tanta, tanta pazienza.

La fretta è sempre cattiva consigliera ed in questo caso anche controproducente.

Offrire con forza o con insistenza il seno è uno degli errori da evitare.

Dolcezza e coccole sono le parole chiave.

Prendiamoci del tempo per stare insieme al nostro bambino, con calma e tranquillità, senza aspettative.

Prendiamoci del tempo per farci le coccole, per farci annusare, stiamo in fascia cuore a cuore o abbracciati stretti stretti.

Possiamo provare a fare un bagno caldo insieme, a stare pelle a pelle col bimbo nudo sul nostro seno scoperto ma senza provare a farlo attaccare, solo per il piacere di riscoprirsi.

Se il bimbo accetta la vicinanza al capezzolo possiamo provare a spremere qualche gocciolina di latte sulla boccuccia, possiamo anche mostrargliela.

Possiamo provare a proporre il seno mentre il bambino è in dormiveglia o addirittura mentre dorme o ad allattare in un luogo o in una posizione diversa dal solito.

In una stanza in penombra, in silenzio o con un po’ di musica di sottofondo.

La situazione si risolverà da se’in qualche giorno o in qualche settimanaNon esitare a chiedere aiuto ad una IBCLC o ad una mamma alla pari!

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