Il ruolo del Papà

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Come è cambiato il ruolo paterno nel tempo?

Dal pater familias di inizi 900, lavoratore e autoritario, che espletava il suo ruolo incarnando la legge da far rispettare ai figli attraverso comandi e punizioni, assente però nel percorso di crescita, ad oggi, dove il modello vincente è quello del padre che partecipa attivamente alla vita familiare, ricercando un modo “paterno” che possa aiutare a crescere i figli, che si confronta con la madre accompagnando il figlio nello sviluppo, pur mantenendo un ruolo autorevole.

Oggi attraversiamo un momento storico e sociale nel quale la figura paterna è potenzialmente ricca di nuove modalità comportamentali e relazionali all’interno del nucleo familiare e dunque con i figli.

Molti studi si sono concentrati sulla possibilità che il padre possa avere una funzione specifica nella relazione con il figlio che non va a sostituirsi a quella materna, anzi tale relazione andrebbe ad equilibrare i comportamenti di attaccamento con la figura di accudimento primario (la madre) portando il bambino a sperimentare comportamenti di esplorazione proiettati verso il mondo esterno ed  anche regolando comportamenti aggressivi, stimolando lo sviluppo del senso di disciplina e la capacità di auto-regolazione.

Il padre inoltre influenza direttamente lo sviluppo cognitivo dei propri figli, infatti promozione dell’autonomia e sviluppo di un pensiero maturo, indipendente e critico camminano di pari passo. Avanti dunque a padri aperti e disposti a spiegare le motivazioni di una regola, dove l’atteggiamento punitivo e autoritario viene sostituito da atteggiamenti autorevoli che veicolano comunque la disciplina e le regole definite, permettendo così ai figli di maturare sul piano intellettivo.

Poter dialogare e dare una possibilità di comprensione alle norme imposte versus un farle rispettare in maniera acritica permette ai figli di sviluppare un pensiero flessibile, curioso e creativo.

È indubbio che la modalità con la quale un uomo possa incarnare la funzione paterna dipende in larga parte dal tipo di rapporto che si vive all’interno della coppia genitoriale.

In tali dinamiche la madre riveste un ruolo fondamentale poiché si dovrà dimostrare disponibile a far entrare il padre in relazione con il figlio, è infatti lei che quasi sempre detiene un rapporto stretto e diretto con il bambino nei primissimi anni di vita. Gli spazi concessi dalla donna sono funzionali alla possibilità che il padre possa vivere la propria genitorialità in maniera completa e adeguata alla crescita del figlio, senza sostituirsi nè sovrapporsi al rapporto madre-bambino ma trasformando la diade iniziale in una triade.

Abbandonate ormai le immagini paterne austere, rigide, autoritarie e spesso anaffettive, oggi il padre affronta un cambiamento di ruolo molto forte che pone delle inevitabili domande sul come comportarsi ma sopratutto sul come esserci, sulle modalità educative da adottare che possano essere in linea ad un periodo di grande trasformazione sociale e culturale.

Oggi infatti si parla di  una genitorialità condivisa che si esplica con un’alleanza educativa e affettiva che permette di vivere tale ruolo in modo meno faticoso dando all’individuo la possibilità di condividere responsabilità e frustrazioni. Compiti e scelte che riguardano la vita dei figli, se condivise hanno sicuramente un peso diverso.

I figli per crescere in maniera equilibrata hanno bisogno delle due figure complementari che sappiano fare gioco di squadra senza fondere e confondere i ruoli.

Dott.ssa Chiara Hoffmann

Sono mamma di due bimbi e faccio la psicoterapeuta gruppoanalista. Lavoro nelle scuole come assistente all’autonomia e comunicazione dove seguo bambini con problemi psicologici all’interno delle classi, aiutandoli nei processi dinamici e relazionali di gruppo.
Ho uno studio privato dove seguo dei pazienti…le mie grandi passioni sono lo sport e la cucina!
Dott.ssa Chiara Hoffmann
Via Siracusa, 10
chiarahoff@gmail.com

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