Con il termine microbiota si fa riferimento ai miliardi di microrganismi che popolano il nostro intestino. L’influenza del microbiota intestinale sulla salute umana è presente dalla nascita alla vecchiaia.
Il Microbiota: conosciamolo meglio!
Tutti i microrganismi dell’intestino, in parte autoctoni e in parte di origine ambientale, fanno parte del cosiddetto microbiota, ovvero l’insieme di tutti i microbi che abitano dentro e sulla superficie del nostro corpo: il loro numero è pari a 10 volte quello delle nostre cellule, che sono circa 10 mila miliardi.
Il microbiota intestinale è composto da circa 500 specie di batteri diverse che sono variabili tra le popolazioni, l’80% dei batteri provoca la fermentazione (come Lactobacillus e Bifidobacteria) e il restante 20% provoca la putrefazione dei resti (come Escherichia, Bacteroides, Eubacteria, Clostridium); molti di questi batteri sono utili o innocui come costituenti del microbiota umano in equilibrio (eubiosi), ma presi singolarmente possono essere pericolosissimi o mortali.
Il microbiota ha un ruolo chiave in moltissime attività dell’organismo tra cui:
- attività metaboliche;
- la digestione di alcune molecole degli alimenti che i nostri enzimi intestinali non sono in grado di scindere;
- la sintesi di alcune vitamine importanti come la vitamina K, che svolge un ruolo essenziale nella coagulazione del sangue;
- ruolo immunomodulante, cioè è in grado di stimolare le difese immunitarie nel caso di un attacco al nostro organismo.
Per questi motivi lo studio del microbiota è diventato un campo di estremo interesse per tutta la medicina, perché a differenza di alcuni fattori che non sono modificabili e che incidono sull’insorgenza di malattie, come l’età e la genetica, modificare il microbioma si può.
Il Microbiota nei Bambini
Al momento del parto si verifica la colonizzazione ad opera di quello che in medicina viene chiamato inoculo. Questo processo avviene attraverso il grembo della madre stessa, con una differenza a seconda che il parto avvenga in modo naturale o con cesareo. Nei bambini nati con parto naturale le più importanti fonti di inoculo sono il microbiota vaginale e fecale della madre. Infatti i neonati ospitano comunità microbiche dominate dalle specie dei generi Lactobacillus (i più abbondanti nel microbiota vaginale), Bifidobacterium, Prevotella, o Sneathia.
In caso di parto cesareo, i primi batteri incontrati sono quelli della pelle e dell’ambiente ospedaliero ed i neonati ospitano un microbiota dominato da specie appartenenti ai generi Corynebacterium, Staphylococcus e Propionibacterium, con una conta batterica intestinale più bassa ed una minore diversità nelle prime settimane di vita rispetto ai bimbi nati con parto naturale.
Nonostante la vera e propria colonizzazione avvenga durante il parto, è noto che il neonato già al momento della nascita presenta un proprio microbioma, che si può già rilevare nelle prime feci (meconio). Questa popolazione è influenzata dalle caratteristiche materne durante la gestazione e si ipotizza pertanto l’esistenza di un trasferimento batterico a livello dell’utero.
Negli ultimi anni tuttavia, l’interesse nell’approfondire la conoscenza del microbioma nel periodo fetale è via via aumentato prendendo sempre più in considerazione il possibile impatto che l’uso di antibiotici durante la gravidanza potesse avere sullo sviluppo del microbiota fetale causando una disbiosi (alterazione del microbiota), con un fortissimo impatto sulla salute dell’individuo nei diversi momenti della vita.
Il Latte Materno favorisce la formazione di un microbiota sano nel neonato
Degli studi effettuati da ricercatori statunitensi hanno dimostrato quanto i batteri presenti nel latte materno vadano a “seminare” l’intestino infantile apportando così numerosi effetti benefici. Esaminando feci di lattanti per determinare quali tipi di microrganismi fossero presenti, i ricercatori hanno evidenziato che le comunità microbiologiche presenti nell’intestino dei piccoli corrispondevano ai batteri ritrovati nel latte e sulla pelle delle loro mamme, con un somiglianza più marcata rispetto a quanto avveniva confrontandoli con i microrganismi di altre donne. Ciò suggerisce che il latte di ognuna delle madri può dare un particolare e unico contributo alla composizione e alla maturazione del microbioma intestinale del proprio figlio. Sulla base dei test di laboratorio dei batteri presenti nel latte, sulla pelle e nelle feci, i ricercatori hanno stimato che i bambini che hanno ottenuto almeno il 75% della loro alimentazione dal latte materno durante il primo mese di vita hanno ricevuto circa il 28% dei loro batteri intestinali dal latte materno. In particolare si è visto che quanto più bambini si nutrivano, tanto più il loro microbioma intestinale cambiava andando progressivamente ad assomigliare a quello che si trovava nel latte materno. E nei neonati che hanno ricevuto nutrimento principalmente ed esclusivamente dal latte materno, rispetto ai neonati che hanno ricevuto meno latte dalle madri, le comunità microbiche ritrovate erano lievemente diverse per i microbi dominanti.
I pediatri raccomandano perciò di allattare i neonati almeno fino a 6 mesi di età perché così facendo, oltre ad avere un microbioma sano e forte, si riducono una serie di rischi per i piccoli: infezioni dell’orecchio e delle vie respiratorie, sindrome di morte improvvisa, allergie, obesità infantile e diabete. Anche le madri possono trarre beneficio prolungando l’allattamento: si riduce il rischio di depressione e deterioramento delle ossa.
Il ruolo del Divezzamento
Durante il periodo di allattamento e divezzamento del neonato l’ampio sistema del microbiota è soggetto a oscillazioni che danno origine ad un’alta variazione nella composizione e nella funzione. Come già sottolineato l’allattamento materno potenzia fortemente il numero delle cosiddette specie “buone”, come Lattobacilli e Bifidobatteri. Con l’introduzione di cibo solido nella dieta del bambino (svezzamento) il numero delle specie microbiche e delle molecole attive aumenta in maniera considerevole sviluppando attività specifiche. Nella fascia di età dei primi 18 mesi di vita del neonato il microbiota si forma, via via si stabilizza e progressivamente somiglia sempre di più a quello presente in un adulto. Quindi effettuare uno svezzamento corretto è fondamentale per un corretto funzionamento dell’apparato digerente e dell’organismo in toto del bambino per tutto il resto della sua vita.
Alimentazione e Microbiota
Una corretta nutrizione è molto importante per il mantenimento del microbiota sano e per la sua corretta modulazione. Una tipologia sana di alimentazione è la Dieta Mediterranea, ricca di apporti nutritivi molto importanti (povera in grassi saturi contrapposta ad un buon apporto di carboidrati e un contenuto apporto proteico), che facilitano tutte quelle componenti microbiche che hanno un ruolo altamente positivo per l’ospite.
Gli studi sul microbiota intestinale sono fondamentali in pediatria per evidenziare la correlazione tra profili microbici e metabolici e principali patologie correlate ad alterazioni. In questo modo si può evidenziare il ruolo delle diverse popolazioni batteriche nell’insorgenza e progressione delle patologie, aspetto fondamentale soprattutto nel periodo di crescita del bambino, quando si gettano le basi per “preparare” lo stato di salute durante tutte le fasi successive di vita dall’infanzia, alla vita adulta, alla vecchiaia.
L’articolo è stato scritto con la collaborazione del Nutrizionista Dott. Francesco Cacciabaudo.

Dott. Luca Lagalla
Medico chirurgo, specializzato in pediatria.