Gli incubi sono molto frequenti nei bambini 0-10 anni. Ricordiamoci sempre che è attraverso i sogni che viene elaborata gran parte dell’esperienza; il “lavoro” di un bambino che cresce può essere molto faticoso e spesso comporta un gran numero di conflitti che vengono elaborati incosciamente durante la notte attraverso gli incubi. Il meccanismo alla base dell’incubo è sempre un meccanismo sano.
Si verificano prevalentemente nella fase REM del sonno e possono terrorizzare non poco il bambino e talvolta anche i genitori. Se il piccolo si sveglia singhiozzante e spaventato può essere difficile consolarlo, ma con pazienza, a poco a poco finirà col calmarsi.
Se dopo un incubo il bambino si mostrerà riluttante ad allontanarsi dai genitori e faticherà a tranquillizzarsi è molto importante che i genitori siano d’accordo sul comportamento da assumere, se portarlo con loro nel lettone o no. L’unica cosa da evitare è un litigio o un’ accesa discussione in quel momento che avrà la sola conseguenza di agitare ancora di più il bambino.
È importante, se il bambino è in grado di farlo, farsi raccontare i contenuti dell’incubo e ascoltarlo con molta attenzione anche se si sta crollando dal sonno; spesso infatti gli incubi rivelano ciò che preoccupa o spaventa il piccolo.
Può essere utile osservarlo con più attenzione durante la giornata per individuare la causa della sua tensione.
Come per tanti altri comportamenti, fornire dei confini e una routine rispetto al sonno aiuta il bambino a sentirsi contenuto e dà continuità alle sue esperienze. Anche se può essere faticoso, è utile trasmettere al bambino un pensiero sereno prima di dormire:
- un oggetto che “lo rassicuri” sui bei sogni che farà sotto il cuscino, o semplicemente un oggetto che lo aiuta a lasciarsi andare e a perdere il controllo della situazione;
- un rituale prima di addormentarsi: fiaba, ninna nanna, bicchiere d’acqua, luce accesa e tutte le rassicurazioni, a volte ripetitive, che i bambini richiedono.
Così imparerà ad addormentarsi da solo non appena imparerà che i mostri dei sogni nella realtà non ci sono.
Fino a 3/4 anni, infatti, i bambini possono non distinguere i sogni dalla realtà e per tale motivo possono avere bisogno di un adulto durante la fase di addormentamento o chiamare più volte i genitori dopo essere stati messi a letto perché necessitano rassicurazioni.
Qualora una difficoltà nella sfera dell’addormentamento e del sonno dovesse permanere per più di sei mesi o assumere dimensioni tali da ostacolare il sereno svolgersi della vita del bambino e della sua famiglia, potrà essere utile consultare uno specialista.
Per concludere vorrei parlare de Pavor Nocturnus, che è un vero e proprio attacco di terrore che colpisce i bambini tra i 2 e i 12 anni, nelle prime ore del sonno, la fase non REM, in cui il piccolo non sta sognando: non né un incubo, né sonnambulismo ma un mix dei due.
Quando i genitori arrivano dal bambino, dopo avere sentito un urlo la scena è indecifrabile: il bambino è sudato, agitato, con gli occhi sbarrati e grida terrorizzato fissando il vuoto; ogni tentativo di consolarlo peggiora la crisi.
Non c’è di che avere paura, nel giro di 10/20 minuti, mezz’oretta al massimo il piccolo piomberà nuovamente in un sonno profondo come se nulla fosse accaduto. Il giorno dopo fra l’altro non ricorderà nulla, diversamente dall’incubo dal quale per altro il bimbo si sveglia se stimolato (al contrario del Pavor).
L’unica cosa da fare è non fare nulla, non cercare di svegliare il bambino ma stargli accanto parlandogli con voce bassa e rassicurante per facilitare il ritorno alla calma.
In ogni caso non bisogna preoccuparsi, non si tratta di una patologia, non ha effetti collaterali, ed è un “disturbo” che andrà via da solo, col tempo.
Dott.ssa Irene Sammartano
Psicologa – Psicoterapeuta