Fumare non dà la certezza di subire il cancro, ma aumenta la probabilità che prima o poi accada. Al nonno fumatore è andata bene, è stato fortunato perché ha un assetto genetico favorevole.
La malattia in genere è il risultato della combinazione di due fattori: genetica e ambiente. L’ambiente in questo caso è il fumo che, se agisce su un soggetto “non protetto” dal suo patrimonio genetico, avrà molte probabilità di ammalarsi di cancro al polmone. Questo binomio “genetica e ambiente” è valido per quasi tutte le malattie.
Ormai gli studi hanno dimostrato oltre ogni dubbio che chi fuma aumenta la probabilità di avere un tumore di oltre 30 volte rispetto a chi non fuma. È per questo che molte persone hanno smesso di fumare. Purtroppo tra i giovanissimi non c’è questa consapevolezza e si registra un aumento dei ragazzi che fumano.
Diciamo subito che la nicotina libera una sostanza nel cervello che si chiama dopamina. La continua liberazione di questa sostanza altera le “cellule della gratificazione”. In un certo senso mima il meccanismo della droga. Il grado di dipendenza è minore ed è più facile smettere di fumare, ci vuole impegno e determinazione.
Il fumo di sigaretta oltre alla nicotina contiene 4.000 sostanze dannose. Di queste le più tossiche sono: il catrame responsabile dei tumori; gli agenti ossidanti responsabili della bronchite cronica ostruttiva che si verifica per la distruzione degli alveoli polmonari dopo anni di fumo; il monossido di carbonio che insieme alla nicotina sono responsabili delle malattie cardiache e vascolari.
Il tabacco provoca più decessi di alcool, aids, droghe, incidenti stradali e omicidi messi insieme. Otre 6 milioni di morti all’anno nel mondo. In Italia muoiono per cause collegate al fumo circa 85.000 persone l’anno. Come se ogni anno scomparisse una città come Marsala.
Chi sopravvive rischia l’aumento di probabilità di alcune malattie: ipertensione, generazione maculare causa di cecità, bronchite cronica, morte improvvisa, trombosi.
Ricordarsi sempre di non fumare mai in presenza di bambini perché il fumo passivo causa bronchite cronica ed enfisema polmonare e aumenta del 50% il rischio di ammalare di cancro al polmone.
Nei ragazzi c’è un problema in più. Normalmente lo sviluppo degli alveoli polmonari continua dopo la nascita fino all’età dell’adolescenza. Il fumo arresta la formazione e lo sviluppo degli alveoli polmonari nel momento in cui si inizia a fumare. Quindi i polmoni dei ragazzi che cominciano a fumare precocemente resteranno per sempre con una capacità polmonare ridotta e cioè i polmoni non funzioneranno mai bene come i polmoni che non hanno mai subito l’insulto del fumo.
Dott. Matteo Noto
Pediatra
Presidente ABIO Palermo